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Archive for the ‘Montagna’ Category

Escursione in Val di Fumo (10 luglio 2014)

Ecco una semplice escursione di montagna molto facile ma da un impatto paesaggistico incredibile. La camminata è adatta a tutti (mappa del sentiero).
Si deve percorrere in auto o in moto (vedi post precedente) la lunga Valle di Daone (TN), si passa par il lago di Boazzo e si raggiunge poi il Lago di Malga Bissina (1.790 m). Qui termina la strada, si paga un piccolo pedaggio e si accede all’ampio parcheggio a disposizione. Scarponi, zaino e via…si parte per questa bellissima passeggiata nel Parco naturale Adamello-Brenta lungo la Val di Fumo risalendo il fiume Chiese.

Escursione in Val di Fumo (10 luglio 2014) Escursione in Val di Fumo (10 luglio 2014)
Il panorama è incredibile con un anfiteatro di cime montuose che fanno da cornice lungo tutto il percorso. L’acqua limpidissima e i verdissimi pascoli completano l’opera.
Il primo tratto è completamente pianeggiante e costeggia tutto il lago Bissina.

Escursione in Val di Fumo (10 luglio 2014) Escursione in Val di Fumo (10 luglio 2014)

Terminata questa prima parte il sentiero sale dolcemente di quota.
Si incontrano numerose rocce e il fondo è umido ed in alcuni tratti c’è la presenza di un po’ fango (sono consigliati quindi scarponcini da trekking) ma certamente nulla di difficile da affrontare.

Escursione in Val di Fumo (10 luglio 2014) Escursione in Val di Fumo (10 luglio 2014)

Il sentiero torna pianeggiante nella parte successiva che porta poi all’arrivo al Rifugio Val di Fumo (1.997 m).

Escursione in Val di Fumo (10 luglio 2014) Escursione in Val di Fumo (10 luglio 2014)

E il panorama è sempre più incantevole…

Escursione in Val di Fumo (10 luglio 2014)

Il Rifugio Val di Fumo è un rifugio CAI molto carino e ben gestito.

Escursione in Val di Fumo (10 luglio 2014) Escursione in Val di Fumo (10 luglio 2014)

Qui ci aspetta il meritato pranzo ovviamente a base di polenta, funghi (buonissimi e freschi), formaggio fuso e selvaggina.

Escursione in Val di Fumo (10 luglio 2014) Escursione in Val di Fumo (10 luglio 2014)

Il dislivello dell’escursione all’arrivo al Rifugio è di soli 200 m, la lunghezza è poco più di 6 Km e il tempo di percorrenza è di circa un’ora e mezza (camminando spediti si può arrivare in poco più di un’oretta).
Terminato il pranzo c’è la sosta per ammirare le cime innevate che ci troviamo di fronte e poi si riparte per il rientro con un tempo di percorrenza uguale al tratto di andata.

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Tempo d’estate e tempo di gite fuori porta ed il Lago di Garda è una garanzia. Per chi volesse unire un giro in moto con una facile escursione di montagna (con pranzo in tipico rifugio alpino 😉 ) ecco un’idea: l’ascesa sul Monte Altissimo dal versante di Nago (TN).
Personalmente è stata una bella scoperta. Parto con la moto da Desenzano del Garda alle ore 8.30 e percorro tutta la sponda veronese del lago di Garda arrivando fino a Torbole. Seguo poi a destra per Nago. Percorsi pochissimi chilometri c’è da svoltare a destra per una piccola via che indica “Monte Baldo”. A questo punto si procede sempre dritto e si inizia a salire per una strada molto suggestiva, immersa nella natura ed abbastanza tortuosa lunga ben 13,5 chilometri che porta all’inizio del sentiero per la cima del Monte Altissimo (2.078m). Terminati i 13 km circa si raggiunge località Prati di Nago (quota 1.570m) dove la strada finisce e si può facilmente parcheggiare (vedi il parcheggio e la fine della strada). Scarponi ai piedi e zaino in spalla e si parte.
Si può scegliere di attaccare la salita dal sentiero che parte sulla sinistra all’inizio del parcheggio, sicuramente più impegnativo ma si guadagnano circa 15-20 minuti di cammino, oppure seguire una via più dolce percorrendo la larga strada sterrata che inizia in fondo al parcheggio. Opto per la prima ipotesi e proseguo fino alla sommità del Monte di Nago.
Il sentiero attraversa poi una zona abbastanza pianeggiante e molto verde che porta ai piedi del Monte Altissimo.

Sul Monte Altissimo (2078m) dal versante di Nago (7/7/2014) Sul Monte Altissimo (2078m) dal versante di Nago (7/7/2014)

A questo punto la strada torna a salire e si spalanca una vista sul Lago di Garda sempre più ampia e sempre più bella.

Sul Monte Altissimo (2078m) dal versante di Nago (7/7/2014)

Quest’ultimo tratto dell’escursione che porta in cima al monte Altissimo è abbastanza impegnativo su terreno prevalentemente roccioso.

Sul Monte Altissimo (2078m) dal versante di Nago (7/7/2014) Sul Monte Altissimo (2078m) dal versante di Nago (7/7/2014)

Arrivati sulla vetta ci sono ancora alcune macchie di neve, c’è una piccola chiesetta ma soprattutto numerosissime trincee di guerra e molti punti di osservazione.

Sul Monte Altissimo (2078m) dal versante di Nago (7/7/2014) Sul Monte Altissimo (2078m) dal versante di Nago (7/7/2014)

Peccato per la giornata poco limpida, lassù è sicuramente uno dei più bei punti panoramici sul Lago di Garda e sulle vallate circostanti. Il tempo di percorrenza totale dal parcheggio è stato di circa un’ora e mezza.
Si raggiunge in pochissimi minuti il bellissimo e molto ospitale rifugio Altissimo Damiano Chiesa per il ristoro di rito a base di polenta, formaggio e selvaggina chiudendo poi con grappe e liquori fatti in casa dal gestore (specialità da provare assolutamente e consiglio quello a base di sambuco).

Sul Monte Altissimo (2078m) dal versante di Nago (7/7/2014) Sul Monte Altissimo (2078m) dal versante di Nago (7/7/2014)

Inizio poi la discesa ritornando verso il parcheggio seguendo lo stesso tragitto percorso durante l’andata per poi rientrare a Desenzano del Garda dalla sponda bresciana del lago. Tutto molto bello e sicuramente da ripetere.

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Che spettacolo !
Ecco qua alcuni scatti che ho fatto dalla cima innevata del Monte Baldo.
Si possono vedere le cime colme di neve che fanno da cornice ad un meraviglioso Lago di Garda in splendido pomeriggio di sole di fine gennaio.

Panoramiche dal Monte Baldo (gennaio 2014)

Panoramiche dal Monte Baldo (gennaio 2014)Panoramiche dal Monte Baldo (gennaio 2014)

Panoramiche dal Monte Baldo (gennaio 2014)Panoramiche dal Monte Baldo (gennaio 2014)

Panoramiche dal Monte Baldo (gennaio 2014)Panoramiche dal Monte Baldo (gennaio 2014)

La galleria fotografica completa (39 fotografie)

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Nel mese di settembre 2011 sono tornato a farmi un giro nella splendida Val di Genova (TN). Valle che trovo sempre molto bella e caratteristica. Essa si trova fra Pinzolo e Madonna di Campiglio e vi si accede dalla località di Carisolo. Da qui parte una strada che diventa poi a traffico limitato e soggetta a pedaggio, che può essere percorsa solo in determinate fascie orarie. E’ possibile comunque sfruttare i bus navetta (attenzione eventualmente agli orari delle ultime corse giornaliere). La strada che passa lungo la valle è molto lunga e arriva fino a Malga Bedole (1584 m) per un totale di 17 Km (vedi cartina).
Questa zona, che è Parco Naturale (Parco Adamello-Brenta), rappresenta un paradiso per gli escursionisti e da questa valle partono numerosissimi sentieri di ogni grado, lunghezza e difficoltà.
Durante questa giornata sono arrivato in auto fino a Ponte Maria (1164 m) percorrendo 8,5 Km dei 17 totali (esattamente a metà del percorso stradale). A questo punto ho proseguito la strada con il pullman messo a disposizione dal Parco fino a Malga Bedole. Era già ora di pranzo e mi sono fermato presso l’accogliente Rifugio Adamello Collini (al Bedole), presente a soli dieci minuti di cammino dalla fermata di arrivo, degustando tipici piatti trentini (immancabili i canederli e la polenta con funghi misti 😉 ).

A questo punto il dubbio…fare il bis del sentiero dei 90 tornanti (sentiero n.212) che porta al Rifugio Mandrone (2449 m) che ho percorso l’anno precedente; oppure affrontare il sentiero delle cascate, un giro panoramico e molto tranquillo (200 metri circa di dislivello), che parte anch’esso proprio dalla zona di Malga Bedole. Visto ormai l’orario proibitivo, decido per questa seconda idea. Il percorso è lungo ma non presenta nessuna difficoltà particolare ed è adatto a tutti. Si snoda nella valle, fra i boschi sottostanti e costeggiando il fiume Sarca di Genova (che si immette poi nel fiume Sarca in zona Pinzolo). Il fiume è sempre ricco di acqua e caratterizzato da corrente molto forte e il suo “rumore” è quasi assordante e ti accompagna per quasi tutto il cammino.
Prende il nome di sentiero delle cascate perchè permette di raggiungere e vedere alcune bellissime cascate che si immettono nel fiume. Con le dovute pause e a passo turistico (con momenti per apprezzare il panorama e fare qualche foto e video) in circa tre orette si arriva a Ponte Maria (luogo dove avevo lasciato l’auto) dove termina la mia personale passeggiata. Il sentiero volendo procede poi oltre, fino a Carisolo, raggiungendo le famose cascate Nardis. Sicuramente una camminata rilassante e immersa nella natura.

Di seguito ecco un video che ho realizzato durante questa escursione (in coda ci sono anche le immagini delle Cascate Nardis):

Il video su youtube

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Nei giorni scorsi ho avuto il piacere di fare una bellissima escursione in montagna. Si tratta del sentiero denominato e conosciuto con il nome di strada delle 52 gallerie.
La zona è quella del Monte Pasubio (a cavallo fra la zona di Trento e di Vicenza sulle Piccole Dolomiti – Alto Vicentino) e da Desenzano d/G si raggiunge in circa due ore di auto. Ecco le indicazioni per arrivare alla partenza sel sentiero (clicca sulla cartina per ingrandirla). Uscire dall’autostrada del Brennero a Rovereto sud, seguire per Marco e attraversare il centro di Rovereto. Svoltare poi a destra seguendo le indicazioni per la Valarsa. La strada prosegue in salita per un po’ di chilometri. Attraversare Anghebeni, raggiungere il Pian delle Fugazze e dopo 3 Km svoltare per il passo Xomo, proseguire per un paio di chilometri fino a raggiungere la bocchetta Campiglia (m.1216) dove si può parcheggiare l’auto (è possibile arrivare anche da Schio ma la durata del tragitto è quasi uguale e meno paesaggistica).
Da qui parte il meraviglioso sentiero che porta al rifugio Gen. A.Papa (m.1929). La strada delle 52 gallerie è lunga 6,3 Km con un dislivello di quasi 800 metri. Durante il tragitto si attraversano le 52 gallerie scavate nella roccia dalla 33° compagnia minatori del quinto reggimento del genio tra marzo e dicembre del 1917 durante la prima guerra mondiale.
Le gallerie hanno lunghezze diverse e coprono complessivamente 2,3 Km di sentiero (la più lunga è la numero 19 con ben 318 metri).
Il sentiero è molto largo e si percorre con facilità anche nei lunghi punti esposti che tocca il sentiero. E’ indispensabile dotarsi di torcia elettrica (meglio una lampada frontale) in quanto numerose gallerie sono molto buie ed è quasi impossibile percorrerle senza luce.
Il percorso è molto paesaggistico e avventuroso e nell’attraversare le gallerie si respira un clima quasi fiabesco visti i riflessi e i giochi di luce che si possono osservare dall’interno dei cunicoli.
Il sentiero si percorre tranquillamente in circa 3 ore con le dovute soste per ammirare le bellezze della strada e dell’ingegneria militare nel realizzarla (sono presenti pannelli descrittivi delle 52 gallerie). Si arriva al rifugio Gen. A.Papa dove è possibile pranzare prima della ridiscesa che va affrontata con attenzione impiegando praticamente lo stesso tempo della salita.
Sentiero consigliatissimo e alla portata di tutti.

Ecco un video che ho realizzato che fa vivere e apprezzare al meglio la strada delle 52 gallerie. Buona visione…
 

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Da poco sono venuto a conoscenza dell’esistenza di una piccola e fantastica telecamera indossabile che produce video in alta definizione. Si tratta della GoPro. Trovate tutte le informazioni e i dettagli sul sito ufficiale e sul sito italiano (dove sono presenti anche video di esempio veramente incredibili).
Le sue dimensioni sono piccolissime (42 mm x 60 mm x 30 mm) come pure il suo peso 167 grammi (incluso batteria e case) e tramite gli accessori che vengono dati in dotazione (supporti, ventose, fasce elastiche) è possibile fissarla sul proprio corpo o su altri mezzi o attrezzature sportive. La qualità massima del video è di 1920×1080 pixel (16:9) con 30 fps con un’ottica molto luminosa (apertura 2.8) e grandangolare (170° in WVGA, 720p, o in 960p oppure 127° in 1080p.). La batteria permette una registrazione di circa 2 ore e mezza e tramite il suo involucro è resa impermeabile fino a 60 m. E’ possibile scattare anche fotografie e durante le registrazioni video viene catturato anche l’audio.
Le telecamera è a disposizione in versione HD (circa 200 euro) e in versione Full HD (circa 300 euro) ed è fornita con tutti gli accessori del caso. Un piccolo gioiello, dal prezzo contenuto, che permette di realizzare immagini d’impatto e uniche oltre che di grande qualità.
La GoPro (versione HD) l’ho provata recentemente in montagna durante una sciata in compagnia. Ecco il video realizzato grazie poi anche al montaggio di Daniel Modina.

Veramente spettacolare. Considerando che Youtube introduce perdita di qualità il risultato è veramente sorprendente. Ottima è la gestione del controluce, la luminosità e la ripresa in condizioni di ombra.
Consigliata a chi ama il mondo dell’immagine e vuole realizzare video legati al mondo dello sport e non solo.

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Pista slittini Alpe di SiusiPersonalmente apprezzo la montagna in ogni sua stagione e d’inverno sulla neve avevo per il momento praticato con continuità solo lo sci ed l’escursionismo con le ciaspole ma da molto tempo non provavo l’emozione di una bella slittata.
Sull’alpe di Siusi sono presenti alcune piste appositamente allestite per gli slittini (vedi mappa) veramente molto lunghe e divertenti e le ho provate personalmente proprio in questi giorni. Tutto fantastico !!
La più lunga ed emozionante, da provare assolutamente, si trova in località Saltria, circa 6 km di discesa in una cornice splendida fra monti e bosco sottostante.

Ecco il video che ho realizzato in occasione di questa discesa.

Sempre sull’Alpe di Siusi ci sono altre 5 piste da slittino.
Oltre a quella di Saltria consiglio quella che scende dalla Bullaccia dalla quale si gode un panorama unico. Qui la pendenza media è maggiore e il controllo della slitta è più impegnativo.
Altra pista da provare è quella che scende dal rifugio Panorama. Su questa pista è possibile raggiungere velocità elevate ma senza la dovuta attenzione è facile finire in neve fresca dove poi il controllo della slitta diventa impossibile (esperienza provata dal sottoscritto e da non emulare 😉 ).

Pista slittini Alpe di SiusiPista slittini Alpe di Siusi

Il video dell’inizio della discesa dalla pista della Bullaccia.

Abbigliamento consigliato: casco, maschera, scarponcini impermeabili (importante la suola, fondamentale per l’efficacia della frenata) e abbigliamento da sci (pantaloni meglio se imbottiti in quanto ci sono numerosi saltelli che poi si scaricano tutti sul fondoschiena :-)) e, se le avete, indossate anche un paio di ghette.

Esperienza sicuramente da provare se siete dalle parti dell’Alpe di Siusi e soprattutto prudenza… 😉

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Val di Daone (TN)

In uno dei miei giri in moto di quest’estate ho fatto una piacevole scoperta: la Valle di Daone.
Personalmente non ero mai stato in questa Valle Trentina e devo dire che merita veramente di essere visitata e percorsa.
Per raggiungerla partendo da Desenzano del Garda (vedi mappa) si percorrono circa 100 Km passando per la gardesana fino quasi a Salò e successivamente attraversando la Valsabbia toccando Vobarno e Vestone. Si costeggia il lago d’Idro arrivando poi a Storo dove si prosegue dritti in direzione Condino. Nei pressi di Pieve di Bono ci sono le indicazioni per imboccare la strada per la Valle di Daone.

Val di Daone (TN)Val di Daone (TN)

E’ una valle molto lunga (quasi 20 chilometri) e verde dalla quale nasce e scorre il fiume Chiese e dove si incontrano due bacini: il lago di Boazzo e il lago di Bissina.
Arrivati quest’ultimo lago la strada si interrompe e da qui partono numerosi sentieri per varie escursioni che dalle premesse mi sembrano ottime.
Da qui si può percorrere ad esempio la Val di Fumo e il Rifugio Val di Fumo (vedi post dell’escursione).

Lago di Bissina
Val di Daone (TN)Val di Daone (TN)

Nei pressi del lago di Boazzo mi sono fermato per il pranzo dove ho provato il piatto tipico locale: la polenta carbonera. Polenta di Storo preparata con acqua, burro, formaggio tenero, salame, pepe, farina gialla, formaggio “Spressa”, formaggio Grana, vino rosso, sale grosso molto saporita e gustosa.

Lago di Boazzo
Val di Daone (TN)Val di Daone (TN)

Clicca sulle foto per ingrandirle.

Visualizza la mappa del precorso da Desenzano del Garda

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Percorso escursione sulle dolomiti del BrentaAd agosto ho passato qualche giorno in montagna sulle Dolomiti del Brenta (TN) nella zona di Madonna di Campiglio alloggiando al piccolo Albergo Fortini che si trova in località Carlo Magno alla partenza della cabinovia che porta al Grostè. Consigliato sia per l’ospitalità che per il clima familiare che si respira nei piccoli ambienti, ma soprattutto per l’ottima cucina e per la posizione comoda per le varie camminate della zona.
Martedì 10 agosto ho affrontato una bellissima escursione (a lato la mappa, clicca per ingrandirla) della durata di 10 ore di cammino a passo sostenuto. Sicuramente da affrontare con gamba allenata e abbastanza impegnativa dove si può incontrare neve anche nei mesi estivi. Un’escursione però che merita sicuramente con passaggi straordinari e cime dolomitiche intorno molto suggestive.
Partenza alle ore 8.30 circa con la cabinovia per il Grostè percorrendo entrambi i tronconi e iniziando la camminata alle ore 9 dal rifugio Stoppani (2.442m).

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Image34Sentiero abbastanza pianeggiante che prima scende di quota per poi salire nell’ultima parte e in un’ora e mezza si arriva al rifugio Tuckett (2.272m).
A questo punto inizia la salita che porta alla Bocca del Tuckett (2.646m) percorsa in un’altra ora e mezza in una spettacolare forcella con ancora tantissima neve nel mese di agosto. Media pendenza che si affronta senza particolari attrezzature ma soltando con semplici scarponi da montagna. Ci si immette poi nel sentiero Orsi che in 3 ore di cammino porta al Rifugio Pedrotti-Tosa (2.491m).

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Lungo questo sentiero non si affrontano grossi dislivelli ma si incontrano alcuni passaggi attrezzati con corde metalliche veramente molto spettacolari e poco adatti a chi soffre di vertigini 😉 e da percorrere con attenzione, così come i passaggi sulla neve.

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Lungo il sentiero Orsi si è immersi a 360° da cime imponenti che fanno da cornice a una lunga camminata che permette di aggirare Cima Brenta e Torre di Brenta e dalla quale è possibile vedere anche il lago di Molveno.
Alle ore 14 si raggiunge il rifugio Rifugio Pedrotti-Tosa con sosta di un’ora per il pranzo e ripartenza alle ore 15 dopo un pasto abbastanza leggero in vista delle numerose ore di cammino ancora da affrontare.

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Sicuramente il tratto più impegnativo dell’escursione è superato. Si sale sulla bocca del Brenta e poi si inizia la discesa verso il rifugio Brentei (2.182m). Il primo tratto è ancora un po’ laborioso in quanto si incontra ancora neve e soprattutto un tratto roccioso di discesa attrezzato sempre con corde e scale sul quale sono andato un po’ in difficoltà (forse anche perchè affrontato in discesa con lo sguardo rivolto a valle 😉 ) non essendo abituato ad affrontare tratti ferrati ma solo a macinare chilometri in montagna su sentieri “normali”.

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Un attimo di concentrazione e via…si supera anche questo tratto e poco dopo le ore 17 si arriva al rifugio Brentei. Da qui parte l’interminabile sentiero (vista le ore di cammino alle spalle) che porta al Rifugio Casinei (1.825m) raggiunto alle ore 18.30. Si incontrano lungo questo tratto alcuni passaggi molto belli e caratteristici.

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Giunti al Casinei si scende verso il Rifugio Vellesinella (1.513m) in una mezz’ora circa di strada immersa nel verde del bosco sottostante.

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Arrivati in zona Vallesinella alle ore 19 ci si è fatti portare in zona Campo Carlo Magno per il rientro in hotel tramite il servizio di bus taxi privati (a quest’ora non ci sono più corse di bus navetta).
Una splendida escursione consigliatissima per chi ama camminare in montagna.

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Il servizio fotografico completo (159 fotografie)
Il servizio fotografico completo in slideshow (159 fotografie)

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La montagna ci consuma…?

La montagna sappiamo tutti essere ricca di fatica e sacrificio ma poi di solito si è sempre ripagati da sensazioni ed emozioni uniche dopo aver raggiunto una cima o una meta.

Vagliela a spiegare ai bambini… 😉

Ecco qui a fianco una simpatica testimonianza trovata scritta in cima a Monte Castello di Gaino sfogliando il “diario di bordo” lasciato a disposizione degli escursionisti per scrivere i propri pensieri e apporre le proprie firme di presenza.
Troppo divertente… 😀

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Vista di Monte Castello da Desenzano del Garda.


Dopo Cima Comer ecco un’altra bella escursione fatta nella giornata di sabato 31 ottobre 2009 nella zona di Gargnano sul Lago di Garda.
Si tratta dell’ascesa a Monte Castello di Gaino (da non confondere con l’eremo di Montecastello a Tignale sul Garda).
Si arriva alla vetta di 866m dopo circa due ore di cammino lungo un sentiero facile e senza particolari difficoltà ma che nel tratto finale si fa sempre più impegnativo.
Raggiungere la frazione di Fornico (Gargnano) girando a sinistra all’inizio del paese di Bogliaco. L’auto va lasciata nel piccolo parcheggio del paese proseguendo poi a piedi per le vie interne fino al raggiungimento a destra di un volto da superare abbandonando il centro abitato e iniziando a salire fra le splendide e folte piante di ulivo presenti sul territorio circostante.

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Dopo qualche minuto di cammino su una strada cementata si raggiunge un primo bivio e si deve mantenere la sinistra (molto scarsa la segnalazione del tragitto). La strada continua e poco dopo si trasforma in sentiero che sale fra le piante con graduale e non eccessiva pendenza.

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Si raggiunge più avanti una piana con un bellissimo panorama sul lago sottostante e con la presenza di una casa gialla (nel giardino sul retro le macine in pietra di un frantoio). Proseguire verso sinistra per la strada sterrata proveniente da Navazzo e successivamente imboccare il sentiero nel bosco fino al raggiungimento di un’altra abitazione (Villa Lena) e svoltare quindi ancora verso sinistra proseguendo la salita.
Si sbuca poco dopo in un dosso erboso dove si vede per la prima volta la cima di Monte Castello (il versante est roccioso) e a questo punto inizia la parte più impegnativa dell’escursione con un sentiero immerso fra le piante con la presenza di numerose rocce.

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Il tratto finale è attrezzato con la presenta alcuni pasaggi con corde metalliche di appoggio vista l’impegnativa pendenza e il fondo roccioso non tanto agevole.

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Arrivati in cima la fatica viene subito ripagata da un panorama bellissimo a strapiombo sul lago.
Escursione consigliata e accessibile a tutti che fa sicuramente apprezzare ancora di più il nostro bellissimo Lago di Garda e tutto ciò che lo circonda.

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Ecco un piccolo video che ho girato in vetta a Monte Castello.

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Neve sui monti del lago di Garda

Dopo un estate calda e bella e un inizio di autunno abbastanza mite con belle giornate di sole ecco arrivare la prima neve dell’anno.
Grazie al maltempo della giornata di ieri si sono coperte di neve le cime montuose intorno al lago di Garda.
Ecco come si sono presentate in questa mattinata di sereno le montagne circostanti viste da Desenzano del Garda (BS).

Img_9182Gruppo del Monte Baldo

Gruppo del Monte BaldoImg_9195

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Pistaaaaaa !! Si va a sciare… 😉

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Aprofittando di questo autunno ancora molto mite e sereno sabato 17 ottobre 2009 ho avuto il piacere di cimentarmi in una bella escursione sul Garda raggiungendo l’eremo di San Valentino e la Cima Comer.
Partenza in auto da Desenzano del Garda con arrivo in zona Gargnano; a questo punto si svolta e si sale per qualche chilometro per la strada che porta in Valvestino raggiungendo così la frazione di Sasso dove è possibile lasciare l’automobile nel piccolo parcheggio nel centro del paese.
Piccola curiosità su Sasso: è una delle frazioni al mondo che dista di più dalla sede del proprio Municipio (comune di Gargnano).

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Dal paese parte il sentiero n. 31 e subito si sale molto in quota grazie alla pendenza del sentiero molto impegnativo che concede poca tregua ma straordinarie visioni a picco sul sottostante lago di Garda.

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Dopo più di mezz’ora si arriva a un bivio (poco segnalato) dove si può deviare in direzione Eremo di San Valentino (772 m), un isolato edificio costruito da alcuni gargnanesi per sfuggire all’epidemia di peste del 1630. L’edificio è in ottime condizioni e per raggiungerlo si segue un breve sentiero molto caratteristico nella roccia con la presenza anche di una curiosa porta in legno che si incontra lungo la via.

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P1260945Per proseguire verso la cima del monte bisogna ripercorrere l’ultimo tratto a ritroso (circa 10 minuti) e riprendere la salita lungo la via principale che si aveva abbandonato in precedenza prima della deviazione per l’eremo (raggiunto dal paese di Sasso dopo circa 45 minuti di cammino a passo sostenuto).
Il successivo tratto di sentiero, sempre abbastanza ripido e sempre più spoglio di vegetazione, conduce sulla cima Comer (1.280 m) in un’ ulteriore ora di cammino sempre a passo spedito (per un totale di circa 2 ore complessive di escursione).
Arrivati in vetta la soddisfazione è molta; si ha una visione stupenda a 360° sul lago di Garda e i monti circostanti (il monte Baldo, monte Pizzoccolo e monte Castello) e si arriva a vedere fino alla penisola di Sirmione, punta San Vigilio, golfo di Salò e l’estremo sud del lago.

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A questo punto, dopo questo bellissimo panorama, non resta che la discesa a valle abbastanza impegnativa e laboriosa pure quella visto le pendenze superate lungo la salita.
Escursione consigliata e piacevole, dall’alto impatto paesaggistico, specie nelle giornate di sereno.

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Visualizza la galleria fotografica completa dell’escursione.

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Strada da Rovereto al Lago di CaldonazzoGiorni fa con amici ho fatto una gita in moto partendo da Desenzano del Garda con arrivo al Lago di Caldonazzo (lago del Trentino) passando per la Folgaria (a lato la cartina da ingradire del giro percorso da Rovereto in poi). Il giro completo è stato abbastanza impegnativo con quasi 300 Km percorsi. Dopo la partenza a Desenzano del Garda e la tappa con colazione a Peschiera del Garda abbiamo percorso la gardesana fino a Lazise per poi passare da Cavaion, Affi e Rivoli Veronese. Successivamente abbiamo percorso la Val d’Adige lungo la strada interna (molto bella e caratteristica) dove si ha una visione e una prospettiva migliore rispetto all’autostrada del Brennero. Ragginta Rovereto siamo saliti per la Folgaria con tappa aperitivo nel centro del paese. Abbiamo poi imboccato la SS349 (tratto da qui in poi per me inedito) in direzione Vattaro (tragitto molto bello immerso nei monti) per poi giungere al Lago di Caldonazzo che abbiamo percorso attorno lungo tutto il suo bacino.
Lago molto carino con un bel panorama intorno. Pranzo abbastanza anonimo in uno dei ristoranti esterni ai campeggi e strutture balneari presenti a sud del Lago dove erano presenti numerosi bagnanti e turisti.
Per la strada del rientro ci siamo diretti nuovamente verso la Val d’Adige per poi sbucare a Riva del Garda percorrendo successivamente tutta la strada Gardesana (sponda Veronese) fino a Desenzano del Garda.
 
Lago di Caldonazzo (TN)Lago di Caldonazzo (TN)

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Una piccola galleria fotografica sul Lago di Caldonazzo (12 fotografie)

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Cartina della strada Anfo-Baremone-ManivaDurante il fine settimana ho avuto il piacere di percorrere in moto una bellissima strada riaperta dopo quasi 6 anni. La notizia apparsa sui giornali nei primi giorni di agosto ha confermato la riapertura della Anfo – Baremone – Passo del Maniva (clicca sulla cartina a lato per ingrandirla) che collega la Valsabbia con la Valtrompia dopo la frana dell’ottobre del 2003 nella zona sotto il Dosso Alto vicino al Maniva.
Si imbocca la strada appena dopo il centro di Anfo sul Lago d’Idro (arrivando da Idro) e subito ci si addentra in un paesaggio molto suggestivo.

Strada Anfo-Baremone-Passo ManivaStrada Anfo-Baremone-Passo Maniva

La strada è costantemente in salita e abbastanza stretta con moltissime curve e tornanti impegnativi. La lunghezza completa del percorso è di circa 15 Km; si incontrano due gallerie abbastanza buie e molto corte (con fondo in cemento) e verso l’arrivo al Maniva si percorre la nuova galleria che ha risolto il problema della frana. Durante il tragitto si passa dal Rifugio Rosa del Baremone e successivamente si arriva al Passo della Spina. Si deve percorrere poi circa un chilometro e mezzo di strada sterrata. Sicuramente i mezzi più adatti per affrontare questa strada sono quelli a due ruote (se la si affronta in bici è consigliata la mountain bike e un’intensa e lunga preparazione atletica 😉 ).

Strada Anfo-Baremone-Passo ManivaStrada Anfo-Baremone-Passo Maniva

Strada Anfo-Baremone-Passo ManivaStrada Anfo-Baremone-Passo Maniva

Il dislivello percorso è notevole: si parta dai 390 m di Anfo per arrivare ai 1646 m del Passo del Maniva toccando anche i 1800 m durante il tragitto.
Fortunatamente questa strada è stata riaperta perchè merita molto dal punto di vista naturale e paesaggistico con molti punti panoramici e caratteristici che ho avuto modo di fotografare (vedi galleria fotografica completa).

Strada Anfo-Baremone-Passo ManivaStrada Anfo-Baremone-Passo Maniva

Strada Anfo-Baremone-Passo ManivaStrada Anfo-Baremone-Passo Maniva

Strada Anfo-Baremone-Passo ManivaStrada Anfo-Baremone-Passo Maniva

All’arrivo della strada al Passo del Maniva tappa eno-gastronomica presso l’ottimo Ristorante “Dosso Alto”. Per il menù fatevi consigliare sulle specialità del giorno dal personale molto ospitale.
Strada Anfo-Baremone-Passo ManivaPersonalmente ho provato un antipasto di salumi con polentina e funghi, tris di primi (gnocchetti panna e funghi, pennette al Bagoss, tortelli alle erbette), polenta con formaggio alla griglia concluso con lo specialino della casa (caffè con correzione segreta da provare assolutamente).
Per il rientro a casa abbiamo affrontato un itinerario sempre bello da percorrere: discesa verso Bagolino, Idro, Capovalle, Lago di Valvestino, Gargnano e Gardesana fino a Desenzano d/G.

Clicca sulle fotografie per ingrandirle.

La galleria fotografica completa della Anfo-Baremone-Maniva (68 fotografie)

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Di seguito qualche fotografia del servizio fotografico della recente escursione sulla cima del Sasso Piatto in Alto Adige (BZ).

Il sentiero che porta alla cima del Sasso Piatto (BZ)Dalla cima del Sasso Piatto (BZ)

Dalla cima del Sasso Piatto (BZ)Dalla cima del Sasso Piatto (BZ)

Dalla cima del Sasso Piatto (BZ)Dalla cima del Sasso Piatto (BZ)
 
Ecco invece il servizio fotografico completo (95 fotografie).

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La rete è un mezzo ormai potentissimo ed insostituibile per la circolazione di idee, informazioni e movimenti. I contenuti spaziano da temi importanti e seri alle iniziative più assurde e senza senso.
Direi che siamo di fronte a uno di questi ultimi casi… 😀
Trattasi di The Lying Down Game (il gioco dello sdraiarsi), movimento nato in Inghilterra da un gruppo di amici stanchi di posare sempre per le solite fotografie che prevede la pubblicazione su web di foto in cui i soggetti sono ritratti sdraiati a faccia in giù nei posti più strani.
Ormai se ne parla sui giornali, sui vari blog (quello di Maurizio, di Alberto e altri) e su vari gruppi nati su Facebook.
Come non dare il contributo a questo movimento a circa 3.000 metri di altitudine dalla cima del Sasso Piatto in Alto Adige ?! 😀
 

The Lying Down Game sul Sasso Piatto (BZ)The Lying Down Game sul Sasso Piatto (BZ)

Che vaccata ragazzi ! 😀

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Ecco un piccolo video che ho realizzato sulla cima del Sasso Piatto (2.955 m) durante la recente escursione fatta lo scorso 17 luglio 2009 con partenza dal Rifugio Zallinger (2.054 m) sull’Alpe di Siusi in Alto Adige (BZ).
Panorama mozzafiato con strapiombi e visione a 360° sulle vallate e cime circostanti. Che spettacolo !
 

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cartina escursione da Rifugio Zallinger alla cima del Sasso PiattoBellissima escursione fatta venerdì 17 luglio 2009 con la conquista della cima del Sasso Piatto in Alto Adige (BZ).
La comitiva formata dal sottoscritto, Alberto e Maurizio è riuscita nell’impresa con arrivo sulla vetta della cima dolomitica (2.955 metri) in circa due ore e mezza con partenza dal Rifugio Zallinger (2.054 metri).
Giovedì sera l’arrivo sull’Alpe di Siusi (Bz) al Rifugio Zallinger.
Rifugio raggiungibile in auto su strada sterrata avendo prenotato il pernottamento presso la struttura.

Il rifugio Zallinger ai piedi del Sasso Piatto

Rifugio molto carino e consigliato, immerso fra i monti e la natura e situato nella parte alta di Saltria nei pressi dell’arrivo della seggiovia Florian.
Dopo la buonissima cena e il riposo nelle camere molto caratteristiche, rigorosamente perlinate in legno, arriva la mattina seguente con il momento della partenza per l’escursione sotto un bellissimo sole e cielo sereno.
Dopo circa 30 minuti di cammino arriviamo a quota 2.300 metri all’altezza del Rifugio Sasso Piatto ai piedi dell’omonimo monte.
Il sentiero che sale sul Sasso Piatto parte da qui e non è particolarmente insidioso anche se non dà tregua e l’ascesa è costante con un paesaggio circostante sempre molto ripido.

La neve ancora presente sul sentiero

La vegetazione è completamente assente e si incontrano tratti di sentiero in pietra, sabbia e ghiaia attraversando anche alcune macchie di neve ancora presenti nonostante la stagione estiva.
Il sentiero è ben segnato anche se nella parte finale si fa fatica a riconoscerlo e bisogna affidarsi ai segni di vernice presenti a vista sulle rocce.
La nostra camminata molto regolare e spedita e ci permette di concludere la salita nel tempo stimato.
Lo spettacolo che si può gustare dalla cima vale sicuramente lo sforzo fatto ed è veramente mozzafiato sia per la bellezza del panorama che per gli strapiombi che si presentano sotto i nostri piedi.

L'arrivo sulla cima del Sasso PiattoL'arrivo sulla cima del Sasso Piatto

Dai 3.000 metri di lassù si ha una visione a 360° sulle vallate e cime circostanti. Si possono riconoscere e ammirare il Sasso Lungo, il gruppo della Marmolada, l’intera Alpe di Siusi, la Val Gardena, la Val di Fassa e numerose altre cime e valli dolomitiche.

Gruppo del Sasso Lungo e Sasso PiattoIl Sasso Piatto

Arrivare per la prima volta nella mia vita in vetta a questo monte che ho sempre visto dal basso e che ho ammirato da qualsiasi angolazione è stata una grandissima soddisfazione.
Per paura di un repentino peggioramento delle condizioni meteo cominciamo velocemente la discesa verso valle con il successivo ristoro al Rifugio Tirler.
Discesa molto faticosa e impegnativa forse peggio dell’ascesa.
Il tempo ci ha assistito, con pioggia e maltempo che hanno fatto la loro comparsa ad escursione terminata.

Clicca sulle foto e sulla mappa per ingrandire.

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Il calendario dice che siamo in primavera ma in quota il paesaggio è ancora tutto invernale. La neve è presente sui monti in enorme quantità e la vegetazione è totalmente coperta.
Dopo periodi di carestia direi che questo è stato uno degli anni più ricchi di neve che sarà presente quasi certamente anche oltre la chiusura degli impianti di risalita (prevista intorno alla metà del mese di aprile).
Lo scioglimento porterà un notevole innalzamento del livello dei fiumi e probabilmente anche del nostro Lago di Garda.
Ecco alcune fotografie che ho scattato la settimana scorsa in Alto Adige a circa 2.000 metri di altitudine.

Clicca sulle foto per ingrandirle.



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Se avete intenzione di affrontare il Sellaronda con gli sci (giro intorno al Gruppo Sella in Alto Adige) consiglio di fare anche una piccola variante che porta in cima alla Marmolada. Il giro totale viene così allungato ma fattibile in una giornata (evitare giornate di alta stagione a causa delle possibili code agli impianti). Da Arabba seguire le indicazioni verso la Marmolada fino al raggiungimento in località Malga Ciapela di uno spettacolare impianto di risalita formato da una funivia (con il percorso diviso in tre tronconi separati) che porta da 1.450m fino a 3.265m. Ecco qui di seguito il primo tratto molto suggestivo che percore già 900 metri di dislivello in poco più di 3 minuti.

Molto belli ed emozionanti anche i seguenti passaggi che portano fino in cima alla Marmolada.


Dalla cima è possibile godersi un panorama invidiabile sul Gruppo Sella e scendendo lungo la pista pricipale si arriva anche a vedere uno scorcio del Lago di Fedaia completamente ghiacciato.

La pista che scende dalla Marmolada non è particolarmente impegnativa e rappresenta per me la maggior altitudine raggiunta con gli sci ai piedi. Scendendo dalla cima dopo le prime curve è impressionante sentire il fiato corto dovuto all’elevata altitudine.

Clicca sulle foto per ingrandirle.

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